Innovazione, sostenibilità e design si fondono nel nuovo sistema fotovoltaico realizzato da Gelsia per Cassina Spa, iconica azienda del Made in Italy nel settore del design d’arredo. Nella sede di Meda, in provincia di Monza e Brianza, è stato recentemente completato il parco fotovoltaico su tetto.
Frutto di una collaborazione su misura tra Gelsia e Cassina Spa, l’intervento ha permesso una significativa ottimizzazione energetica, migliorando l’efficienza sia degli edifici che dei processi produttivi. Dopo l’installazione di un primo sistema fotovoltaico nell’aprile 2023, è stato recentemente completato un secondo impianto sui tetti degli stabilimenti di Meda.
Con una potenza complessiva di 445 kW, i due impianti soddisfano oltre il 65% del fabbisogno energetico di uno stabilimento e il 24% di un secondo sito produttivo, sfruttando esclusivamente energia solare. L’energia prodotta in eccesso sarà inoltre immessa nella rete, contribuendo positivamente al bilancio energetico del territorio. Questo risultato consentirà a Cassina di ridurre le emissioni annuali di CO2 di circa 160 tonnellate, l’equivalente della piantumazione di 4.000 alberi.
“Tra i pilastri strategici di Gelsia per la transizione al 2035, i progetti legati alle energie rinnovabili rivestono un ruolo fondamentale – afferma Riccardo Fornaro, Direttore Generale di Gelsia –. Qui il fotovoltaico offre una risposta concreta alle sfide della decarbonizzazione e dell’autonomia energetica del territorio. La collaborazione con Cassina dimostra che l’adozione di tecnologie green crea valore aggiunto per l’intero sistema produttivo”.
In Brianza, territorio fortemente urbanizzato, AEB (Gruppo A2A) punta, attraverso Gelsia, a sviluppare il fotovoltaico su tetto, sia piccoli impianti per le famiglie sia strutture di media e grande potenza per le pubbliche amministrazioni e le imprese. La partnership tra Gelsia e Cassina Spa rappresenta un virtuoso esempio di integrazione tra eccellenza produttiva e sostenibilità.
Si comunicano le aperture dei Gelsia Point dal 23 dicembre al 06 gennaio 2025.
Il 10 gennaio 2024 ha segnato una svolta importante nel settore energetico italiano: la fine del regime tutelato. Da questa data, tutti i clienti non vulnerabili possono scegliere (o cambiare, in caso di insoddisfazione) un fornitore sul mercato libero per le proprie utenze di energia elettrica e gas. Si tratta di un cambiamento che impone necessariamente maggiore consapevolezza nella selezione, poiché la scelta del fornitore può influire significativamente su costi operativi, efficienza energetica e sostenibilità ambientale.
Per le aziende, la scelta del fornitore di luce e gas rappresenta un aspetto strategico per ottimizzare la gestione delle risorse e ridurre le spese. Per i consumatori privati, invece, è un’opportunità per risparmiare e adottare soluzioni più vicine alle proprie esigenze.
In questo articolo, ti guideremo quindi attraverso tre step fondamentali per individuare il fornitore di energia ideale, valutandone non solo i costi ma anche l’affidabilità, i servizi offerti e la sostenibilità.
Conoscere le proprie esigenze energetiche e priorità
Prima di scegliere il fornitore di energia elettrica e gas naturale, è fondamentale avere una chiara comprensione delle proprie esigenze e priorità energetiche. Tale passaggio è cruciale sia per le aziende che per i consumatori privati perché rappresenta la conditio sine qua non per individuare l’offerta più adatta a specifiche necessità.
Cominciamo con il comparto business. Le imprese dovranno partire innanzitutto da un’analisi dettagliata dei consumi energetici attuali, esaminando lo storico delle bollette, i picchi di utilizzo e la tipologia di energia necessaria per il funzionamento dei processi quotidiani. Altrettanto importante sarà identificare esigenze specifiche, come:
- Una garanzia di fornitura continua per un’operatività senza interruzioni.
- Soluzioni su misura per una gestione energetica ottimizzata, come ad esempio sistemi di monitoraggio avanzati.
- Integrazione di energia rinnovabile, che non solo riduce l’impatto ambientale ma migliora anche l’immagine aziendale.
Per quanto riguarda invece i consumatori privati, anch’essi potranno trarre vantaggio da un’analisi dei propri consumi, ad esempio studiando le fasce orare di maggiore utilizzo energetico. In termini di priorità, sarebbe opportuno seguire tre direttrici principali:
- Risparmio economico, ossia individuare un fornitore che consenta un effettivo risparmio in bolletta.
- Energia green, per offrire il proprio contributo alla sostenibilità ambientale.
- Trasparenza della bolletta, per evitare sorprese e costi nascosti.
Sia le aziende che i privati possono prendere in considerazione di condurre il cosiddetto “audit energetico”, che aiuterà a comprendere in modo più accurato i propri bisogni e a individuare eventuali sprechi. Questo passaggio offre una base solida per confrontare le offerte dei fornitori con maggiore consapevolezza.
Per chiarezza: l’audit energetico è un’analisi dettagliata e sistematica dei consumi energetici di un edificio, impianto o attività, che ha come obiettivo principale l’individuazione di possibili inefficienze energetiche, l’ottimizzazione dell’uso delle risorse e la proposta di soluzioni per ridurre i costi e l’impatto ambientale. Viene svolto da professionisti qualificati e può includere strumenti come contatori intelligenti, termocamere e software di analisi.
Confrontare le offerte disponibili e i servizi associati
Una volta individuate le proprie necessità energetiche, il passo successivo è confrontare le offerte disponibili sul mercato. Grazie a strumenti digitali e all’ampia gamma di fornitori oggi disponibili, è possibile trovare soluzioni vantaggiose e su misura, sia per aziende che per privati.
Tra gli strumenti più interessanti ci sono ad esempio i comparatori online, risorse indispensabili per analizzare le tariffe in modo chiaro, rapido e trasparente sulla base di parametri specifici, come il consumo annuo stimato, il tipo di contratto (prezzo fisso o variabile) e i servizi aggiuntivi offerti. Tali soluzioni aiutano sia le aziende che i privati a prendere decisioni più consapevoli e informate, evitando costi nascosti o clausole poco chiare.
Le imprese in particolare necessitano inoltre di offerte personalizzate e flessibili, che tengano conto delle reali esigenze operative da soddisfare. In tal senso, il fornitore di energia più indicato sarà quello che propone piani tariffari su misura per ottimizzare i costi energetici, consulenze energetiche dedicate e gestione centralizzata per sedi multiple; e opzioni che consentano di affrontare le fluttuazioni del mercato energetico con strategie di risparmio, come il “price lock” o l’acquisto di energia in blocco.
Per i consumatori domestici, è invece fondamentale valutare le caratteristiche più cruciali delle offerte. Due in particolare sono i parametri da considerare:
- Prezzo fisso vs. prezzo variabile: tenendo conto che il primo garantisce stabilità, mentre il secondo può portare anche a risparmi importanti nel momenti di ribasso del costo della materia prima.
- Offerte combinate luce e gas: si tratta di soluzioni pratiche che permettono di risparmiare tempo e risorse unificando la gestione delle utenze.
Sia per il mercato business che consumer, è poi possibile valutare se il fornitore di energia offre vantaggi extra come strumenti di monitoraggio digitale (utili per tenere sotto controllo i consumi e ottimizzare l’utilizzo di energia) e programmi di fidelizzazione (per esempio sconti per contratti a lungo termine o premi per clienti “fedeli”, che di certo rappresentano un valore aggiunto).
Valutare la solidità e l’affidabilità del fornitore di energia
Infine, va ribadito che scegliere un fornitore di energia elettrica e gas naturale non significa limitarsi a valutarne il prezzo: solidità dell’azienda e affidabilità sono fattori altrettanto cruciali per garantire una fornitura continuativa e un servizio di qualità. Questo aspetto trascende ovviamente la tipologia di utilizzatore e va quindi considerato importante sia per le aziende, il cui lavoro dipende da forniture stabili, che per i privati, che desiderano sicurezza e trasparenza.
La reputazione del fornitore è, ad esempio, un indicatore chiave di affidabilità. Provider di energia con una lunga esperienza sul mercato o una forte presenza locale, come Gelsia, tendono a essere più affidabili. Allo stesso modo, il possesso di prestigiose certificazioni (come le nostre UNI EN ISO 9001 E 14001) dimostrano l’impegno dell’azienda verso standard qualitativi elevati.
Un altro fattore rilevante da considerare è la qualità del servizio clienti: bisognerà dunque verificare la disponibilità di canali di assistenza (chat, telefono, app o addirittura sedi fisiche sul territorio, come i nostri Gelsia Point) e la velocità del provider a risolvere eventuali problemi. Anche i programmi per la sostenibilità ambientale sono una discriminante chiave, poiché oggi più che mai sempre più utenti scelgono fornitori impegnati nella produzione di energia proveniente da fonti rinnovabili o tramite tecnologie innovative e sostenibili, come il teleriscaldamento.
Infine, ricordiamo che un fornitore impegnato nella sostenibilità ambientale e nella responsabilità sociale offre un concreto valore aggiunto sia per aziende che per privati. Suggeriamo quindi di prediligere chi investe in energie rinnovabili e vanta politiche aziendali trasparenti, ossia offre il proprio contributo a un futuro più sostenibile.
Valutare questi aspetti sarà di enorme supporto nella scelta di un fornitore di energia affidabile, capace di soddisfare diverse esigenze con serietà e professionalità.
Come è ormai noto, l’Unione Europea si trova di fronte a una sfida cruciale: raggiungere gli ambiziosi obiettivi energetici del 2030 per ridurre le emissioni di gas serra, aumentare la quota di energia rinnovabile e garantire una maggiore sostenibilità ambientale. Questi traguardi, fissati nell’ambito del Green Deal europeo, rappresentano sia un impegno verso il pianeta che un’opportunità per trasformare il sistema energetico e agricolo europeo.
In questo contesto, l’agrivoltaico emerge come una soluzione rivoluzionaria che unisce due settori chiave: l’agricoltura e la produzione di energia solare. Integrando pannelli fotovoltaici con le attività agricole, questa tecnologia permette infatti di ottimizzare l’uso del suolo, generando energia pulita senza sacrificare la produttività agricola.
L’adozione su larga scala dell’agrivoltaico potrebbe non solo aiutare l’Europa a raggiungere i propri obiettivi per il 2030, ma persino a superarli, dimostrando come innovazione e sostenibilità possano andare di pari passo.
Gli obiettivi dell’Unione Europea per il 2030: un quadro generale
L’Unione Europea ha fissato una serie di obiettivi ambiziosi per il 2030 con l’intento di accelerare la transizione energetica e affrontare in modo più resiliente il cambiamento climatico. Questi traguardi fanno parte del quadro strategico per il clima e l’energia, che mira a trasformare l’economia europea in una delle più sostenibili al mondo. Tra i principali troviamo:
- Riduzione delle emissioni di gas serra del 55% rispetto ai livelli del 1990.
- Incremento della quota di energia rinnovabile al 40% nel mix energetico totale.
- Miglioramento dell’efficienza energetica del 32,5%.
Oltre a ridurre l’impatto ambientale delle attività umane, questi obiettivi mirano anche a rafforzare la sicurezza energetica dell’Europa e a stimolare la creazione di nuovi posti di lavoro nei settori delle energie rinnovabili.
Il comparto fotovoltaico gioca un ruolo cruciale in questa transizione. Grazie alla sua capacità di produrre energia pulita e rinnovabile, è infatti una delle tecnologie chiave per decarbonizzare il mix energetico europeo. Tuttavia, per raggiungere i target previsti, sarà necessario un aumento significativo della capacità installata, accompagnato da soluzioni innovative che possano ottimizzare l’uso delle risorse naturali.
In più, nonostante gli innegabili progressi tecnologici, il fotovoltaico tradizionale presenta ancora alcune limitazioni. La prima è la concorrenza nell’uso del suolo, legata al fatto che l’installazione di grandi impianti fotovoltaici spesso richiede ampi terreni, entrando in competizione con l’agricoltura e altre attività umane. Vi è poi l’impatto sul paesaggio e sull’ecosistema, poiché i pannelli solari tradizionali possono modificare significativamente l’ambiente locale. Infine, vanno considerate le resistenze locali: significa che, in alcune aree, l’espansione del fotovoltaico è ostacolata da questioni burocratiche e opposizioni della comunità.
Tali sfide evidenziano la necessità di adottare soluzioni più flessibili e integrate: tra queste figura l’agrivoltaico, che offre un’alternativa promettente per coniugare produzione energetica e utilizzo sostenibile del suolo.
Cos’è l’agrivoltaico? E come funziona?
L’agrivoltaico è una soluzione innovativa che combina la produzione di energia solare con l’agricoltura, ottimizzando l’utilizzo del suolo per soddisfare contemporaneamente le esigenze alimentari ed energetiche. A differenza del fotovoltaico tradizionale, che dedica ampie superfici esclusivamente alla produzione di energia, l’agrivoltaico integra infatti i pannelli solari direttamente nelle aree agricole, favorendo la coesistenza di coltivazioni e infrastrutture energetiche.
In termini di funzionamento, si basa sull’installazione di pannelli fotovoltaici a un’altezza e con una disposizione tali da permettere alle colture sottostanti di crescere regolarmente. Questi impianti sono progettati per favorire un equilibrio tra la produzione di energia e le esigenze delle piante, come la luce solare e l’irrigazione.
Esistono diverse configurazioni di impianti agrivoltaici, ciascuna pensata per ottimizzare specifiche condizioni ambientali e agricole:
- Impianti orizzontali: con pannelli disposti in file parallele sopra le colture, al fine di garantire un ombreggiamento controllato.
- Impianti verticali: con pannelli installati verticalmente, ideali per coltivazioni di piccola altezza, come zafferano e lenticchie.
- Impianti dinamici: con pannelli mobili che si inclinano e si spostano in base alla posizione del sole e alle necessità delle coltivazioni.
Per quanto riguarda i vantaggi di tale tecnologia, l’adozione dell’agrivoltaico su larga scala offrirebbe molteplici e oggettivi benefici, che riassumiamo a seguire:
- Ottimizzazione dello spazio: consente di utilizzare lo stesso terreno sia per l’agricoltura che per la produzione di energia.
- Protezione delle colture: i pannelli forniscono ombreggiamento, riducendo lo stress idrico e proteggendo le piante da eventi climatici estremi, come grandinate o siccità.
- Efficienza energetica: la combinazione di agricoltura e fotovoltaico migliora la resa complessiva del suolo, aumentando l’efficienza delle risorse.
- Riduzione dell’impatto ambientale: rispetto al fotovoltaico tradizionale, l’agrivoltaico ha un impatto più sostenibile sul paesaggio e favorisce la biodiversità.
Tutte le peculiarità che abbiamo illustrato rendono l’agrivoltaico tanto una soluzione pratica e innovativa quanto un modello di sviluppo sostenibile per le aree rurali, perché in grado di supportare sia la transizione energetica che il futuro dell’agricoltura.
Il potenziale dell’agrivoltaico per raggiungere gli obiettivi UE 2030
Come accennato in apertura di articolo, l’agrivoltaico si propone come una soluzione strategica per accelerare il raggiungimento degli obiettivi energetici dell’Unione Europea per il 2030. Il suo potenziale è supportato da dati concreti e scenari promettenti che evidenziano come questa tecnologia possa trasformare il panorama energetico europeo.
Secondo le stime, in Europa vi è una vasta disponibilità di terreni agricoli adatti per l’implementazione di impianti agrivoltaici. Utilizzando solo l’1% della superficie agricola europea, sarebbe possibile produrre una quantità di energia rinnovabile sufficiente a coprire gran parte della domanda energetica prevista per il 2030. Questo dato sottolinea il potenziale dell’agrivoltaico di massimizzare l’efficienza del suolo senza compromettere la produzione alimentare.
Come evidenziato da Il Sole 24 Ore, l’installazione di impianti agrivoltaici sull’1% della superficie agricola europea potrebbe addirittura raddoppiare il target energetico UE per il 2030. Ciò significherebbe addirittura superare gli obiettivi stabiliti, accelerando la transizione verso un sistema energetico sostenibile e indipendente dai combustibili fossili.
Oltre alla produzione di energia, l’adozione dell’agrivoltaico può potenzialmente generare significativi vantaggi economici ambientali. I vantaggi economici includono l’incremento della redditività per gli agricoltori, che possono integrare i guadagni agricoli con entrate derivanti dalla produzione di energia; e la creazione di nuovi posti di lavoro nel settore delle energie rinnovabili e dell’agribusiness. Per quanto riguarda invece i benefit di tipo ambientale, essi comprendono la riduzione delle emissioni di CO₂ grazie alla sostituzione dei combustibili fossili, e una migliore gestione delle risorse idriche e del suolo, con effetti positivi su biodiversità e resilienza climatica.
Grazie a questi numeri e benefici, l’agrivoltaico va senz’altro considerato una delle tecnologie più promettenti del prossimo decennio.
Quali ostacoli all’adozione dell’agrivoltaico?
Nonostante il potenziale dell’agrivoltaico, la sua diffusione è ancora frenata da barriere normative, costi elevati e resistenze culturali. Le regolamentazioni variano da regione a regione, rendendo incerti i tempi e complessi gli iter burocratici. Questa frammentazione normativa spesso penalizza l’integrazione tra interessi agricoli ed energetici, rallentando i progetti.
L’aspetto economico rappresenta un’altra sfida. Gli impianti agrivoltaici richiedono investimenti iniziali significativi, difficilmente sostenibili senza incentivi economici, finanziamenti pubblici o agevolazioni.
Infine, le resistenze culturali rallentano l’adozione di questa soluzione. Gli agricoltori temono infatti che i pannelli interferiscano con la produttività, mentre le comunità locali percepiscono gli impianti come elementi di disturbo per il paesaggio.
Le strategie per accelerare l’adozione dell’agrivoltaico
Per sfruttare appieno il potenziale dell’agrivoltaico e favorirne la diffusione su larga scala, è necessario adottare un insieme di strategie mirate che affrontino le principali barriere economiche, normative e culturali.
Un primo passo fondamentale è legato all’introduzione di incentivi economici che rendano l’agrivoltaico accessibile a un numero maggiore di agricoltori e imprese. Detrazioni fiscali, finanziamenti agevolati e tariffe incentivanti per l’energia prodotta sono strumenti essenziali per compensare gli elevati costi iniziali e garantire un ritorno economico agli investimenti.
La semplificazione normativa è altrettanto cruciale. Armonizzare le leggi a livello europeo e ridurre la complessità degli iter autorizzativi permetterebbe di accelerare i progetti, aumentando la fiducia degli investitori e facilitando la realizzazione di impianti agrivoltaici.
Parallelamente, è però indispensabile promuovere campagne di educazione e sensibilizzazione, sia per il pubblico che per gli agricoltori. Informare sui benefici concreti dell’agrivoltaico – dalla sostenibilità ambientale alla maggiore redditività agricola – può contribuire a superare le resistenze culturali e a favorire una maggiore accettazione della tecnologia.
Infine, le comunità energetiche possono svolgere un ruolo chiave. Questi modelli di collaborazione locale incentivano infatti la condivisione delle risorse energetiche e promuovono l’adozione di soluzioni come l’agrivoltaico, creando un circolo virtuoso tra sostenibilità, innovazione e partecipazione collettiva.
Attraverso queste strategie, l’agrivoltaico può diventare una componente essenziale del futuro energetico europeo, contribuendo a raggiungere e superare gli obiettivi per il 2030.
Resta alto l’allarme per le chiamate sospette e i tentativi di truffa. Gelsia ha infatti registrato numerose segnalazioni riguardanti contatti da parte di falsi operatori che si presentano come rappresentanti dell’azienda. La scusa iniziale può essere un presunto aumento tariffario o una finta cessazione della fornitura per poi passare a proporre prodotti di altri fornitori. In risposta a questi episodi, la società del perimetro AEB (Gruppo A2A) ribadisce il proprio impegno verso la trasparenza e la sicurezza, invitando i propri clienti a prestare attenzione a eventuali richieste di informazioni sensibili o proposte di contratti non autorizzati.
Gelsia incoraggia chiunque riceva telefonate sospette a segnalarle prontamente e ricorda che il proprio personale opera sempre nel rispetto delle normative e con la massima chiarezza nei confronti dell’utenza. Per prevenire le truffe, Gelsia ha messo a disposizione uno strumento di verifica sul proprio sito web, che consente di controllare se il numero da cui si è stati contattati è effettivamente riconducibile all’azienda. È sufficiente visitare il servizio “Chiamate sospette”(www.gelsia.it/tutela/chiamate-sospette/) e inserire il numero di telefono ricevuto per scoprire se si tratta di un vero operatore di Gelsia o di un tentativo di truffa.
“Gelsia garantisce la massima trasparenza nelle sue offerte commerciali – spiega il direttore generale di Gelsia Riccardo Fornaro -. Per questo è utile ribadire alcuni consigli: il cliente può sempre verificare offerte e promozioni Gelsia nei documenti contrattuali che provvederemo a inviargli a valle della telefonata; il nostro Servizio Clienti è gestito dall’Italia, non facciamo mai chiamate dall’estero; diffidate da chi vi contatta presentandosi come una generica società di vendita e/o di distribuzione di zona; le informazioni importanti sulla vostra fornitura ve le comunichiamo noi, non abbiamo bisogno di chiedervi dati o codici POD/PDR”.
Nel caso in cui si scoprisse di aver firmato un contratto ingannevole, è possibile esercitare il diritto di ripensamento entro 14 giorni lavorativi dalla conferma della sottoscrizione, senza alcun costo aggiuntivo.
Proseguono le iniziative a favore del territorio, nell’ottica di una sostenibilità non solo economica e ambientale, ma anche sociale: sabato 30 novembre, Piazza Risorgimento a Seregno si è tinta di rosa in occasione dell’iniziativa WelfareCare, patrocinata dall’Amministrazione Comunale e con Gelsia come partner dell’evento.
L’iniziativa ha visto la partecipazione di oltre 60 donne, tra i 35 e i 45 anni, che hanno avuto l’opportunità di accedere gratuitamente a visite specialistiche grazie a un’équipe medica altamente qualificata. Durante la giornata sono state effettuate 23 mammografie e 43 ecografie.
“Siamo estremamente soddisfatti dell’esito di questa giornata dedicata alla prevenzione e orgogliosi di aver supportato la comunità di Seregno. È stato un vero privilegio poter sostenere un’iniziativa di tale importanza, che ha permesso a molte donne di accedere a esami fondamentali per la loro salute. Progetti come questo sono parte integrante del nostro impegno verso il benessere sociale del nostro territorio”, ha dichiarato Mauro Ballabio, presidente di Gelsia.
Si comunica che nella giornata di martedì 10 Dicembre il Gelsia Point di Lentate sul Seveso resterà chiuso.
Si comunica che nella giornata di venerdì 29 Novembre il Gelsia Point di Besana Brianza chiuderà alle ore 16.30.
Domenica 24 novembre inizia il campionato di Serie B “Antonio Maglio”, con la BIC Vigor Seregno pronta a scendere in campo indossando le nuove divise firmate Gelsia. La squadra darà il via alla sua stagione ufficiale il 1° dicembre 2024. Durante tutto il periodo, alcune delle sfide più attese si disputeranno al Palasomaschini di Seregno.
Un sodalizio vincente che dura da 16 anni. Lo scorso giugno è stata annunciata la nascita di Vigor Gelsia, un progetto nato dalla scelta della sezione BIC del Basket Seregno di diventare una realtà sportiva indipendente, in linea con le recenti normative del Terzo Settore. Gelsia, partner storico della squadra, ha confermato il suo sostegno, schierandosi al fianco della nuova società per tutta la stagione 2024/2025.
Gelsia protagonista della seconda edizione del Fast Future, il festival della sostenibilità di Monza che si è svolto nei giorni scorsi e che ha visto aziende, istituzioni e mondo della scuola riflettere sulle strategie di adattamento e mitigazione necessarie per affrontare le sfide ambientali della Brianza.
In questo contesto Gelsia ha saputo distinguersi per la sua leadership nella transizione ecologica. L’azienda del perimetro AEB (Gruppo A2A), che rappresenta una delle realtà più solide nel panorama energetico locale, ha condiviso con il pubblico le proprie esperienze e le soluzioni concrete adottate per accompagnare famiglie, imprese e pubbliche amministrazioni nell’elettrificazione dei consumi. Un percorso necessario per la decarbonizzazione del territorio grazie a soluzioni che non utilizzano fonti fossili. Tra le iniziative più rilevanti il progetto di riqualificazione energetica del Comune di Barlassina: con un investimento di circa sei milioni di euro sono stati trasformati dieci edifici pubblici in strutture a emissioni zero, grazie a interventi che comprendono l’installazione di cappotti termici, pompe di calore e sistemi fotovoltaici. Un esempio di come Gelsia sia in grado di ottimizzare i costi per le amministrazioni locali e capace di recuperare investimenti grazie a strumenti come il Conto Termico. Un’altra leva su cui Gelsia sta puntando è quella del fotovoltaico su tetto, sia per imprese o enti pubblici, con oltre 20 grandi progetti realizzati o in corso di realizzazione, a cui si aggiungono centinaia di interventi per i piccoli impianti delle famiglie.
Gli interventi di Gelsia rientrano nel Piano Industriale 2024-2035 di AEB che prevede quasi mezzo miliardo di euro di investimenti per la transizione energetica e l’economica circolare.